Oggi degusto un tè diverso dal solito: un tè nero giapponese: Hoshino Koucha. Non è più così inusuale trovare sperimentazioni di questa tipologia in Giappone, nonostante i migliori e i più ricercati rimangano i “classici” tè verdi, con il loro inconfondibile gusto. Ma torniamo al nostro tè nero, che viene prodotto in questo territorio da circa 150 anni, quando si sviluppò il commercio internazionale, durante il periodo Meiji (1868-1912). Proprio per la facile conservazione del tè nero e per l’apprezzamento degli occidentali, rispetto al tè verde, venne aumentata la produzione. Questo fiorente commercio però non durò a lungo. A causa delle due Guerre Mondiali, il tè nero perse la sua importanza. I giapponesi, non potendo esportare i loro prodotti, si concentrarono sul mercato interno, che non apprezzava molto la tipologia di tè, tanto amata dagli occidentali, ma che ora, come specificato precedentemente, stanno rivalutando.
Per questo motivo, accanto alla birra al matcha, troverete anche quella al gusto “wakoucha”.
Il tè nero giapponese “Hoshino Koucha”, come suggerisce il nome, proviene dai campi dell’ex villaggio di Hoshino.
Il sapore varia tra il dolce e il terroso, con una nota agrumata e una lieve astringenza.
Il colore dell’infuso è rosso e le foglie arricciate presentano gemme.
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